Mi sveglio presto e faccio
la seconda doccia con il disinfettante. Niente colazione per me, mi
vengono a prendere nel mio letto per portarmi al blocco operatorio.
Ricordo il freddo e i corridoi spogli. Tanti medici con le mascherine
si affrettano e si interpellano. Mi fanno aspettare davanti alla sala
assegnatami e comincia la ronda degli anestesisti, tutti molto
giovani, che vengono a trovarmi ogni pochi minuti per spiegare e
rassicurare.
Una volta entrata, mi
trasferiscono dal mio letto ad una lettiga stretta. Loro non sembrano
far caso alla temperatura rigida ma mi portano subito una coperta
riscaldata.
Un giovanissimo assistente
è molto orgoglioso di essere riuscito ad attaccarmi la flebo 'al
primo colpo'. Lo complimento a dovere.
Mi attaccano un catetere
sopra il ginocchio. E' un tubicino sottile quasi quanto un capello
che servirà per l'erogazione dell'antidolorifico. E' tutto
completamente indolore.
Mi vengono fissate 3
elettrodi sul petto e la maschera dell'ossigeno e sento finalmente il
farmaco anestetico che si diffonde dalla mano.
Ragazzi, buon lavoro a
tutti, io faccio un riposino.
Mi sveglio in sala
risveglio, ho ancora la maschera dell'ossigeno ma la tolgono appena
comincio a dare segno di risveglio. Sono felice di constatare che il
tubo infilato in trachea mentre dormivo è già stato tolto e non
sento nessun fastidio in gola. Ho freddo e aggiungono 2 altre coperte
riscaldate. Ho sete ma non posso bere. Invece mi danno una specie di
lecca lecca, ovvero un bastoncino con un tampone di cotone imbevuto di
una soluzione dissetante al gusto di limone. Mi chiedono se sento
dolore. Non sento nessun dolore ma ho conservato una certa
sensibilità delle dita del piede, per cui chiamano un'anestesista
che si mette ad aggiustare il dosaggio dell'antidolorifico. Dopo 2 ore mi riportano
in camera. Mi sento subito benone, continuo a non provare nessun
dolore e non mi sento troppo stordita dall'anestesia.
Piccola delusione :
ho una fame da lupo (la 'cena' di ieri sera, portata alle 17.45, era
commestibile -anche se non molto dietetica, visibilmente non hanno
mai sentito parlare delle 5 porzioni di frutta e verdura al giorno-
ma poco abbondante) e questi mi negano il pranzo! Faccio qualche
tentativo di negoziazione ma non si fanno impietosire. Dormicchio un
po'. Il pomeriggio passa velocemente sia perché i miei mi fanno
visita sia perché è finalmente arrivata una compagna di stanza.
Finalmente arriva la
cena : mi ripago dell'attesa.
Con questa buona notizia
arrivano anche le cattive : un sacco di medicine da prendere.
L'antinfiammatorio che passa attraverso la flebo mi provoca un dolore
intenso alla mano e mi fanno una puntura di anticoagulanti nella
pancia contro i rischi di flebite.
Mi ripetono fino alla
nausea di usare la pompa anestetica in caso di necessità.
Visibilmente l'anestesista che l'ha regolata in sala risveglio era
molto bravo perché non l'ho mai usata.
Ogni 4 ore mi portano 1g
di paracetamolo, di cui faccio collezione perché ancora non sento
nessun dolore al piede.
E' tutta una successione
di cure.
Ennesima visita
dell'anestesista
- Fa male ?
- No.
- Sicura ? Non esitare a chiamare.
- OK ma davvero sto bene.
Ennesimo controllo della
temperatura e della pressione (tornata a valori normali).
E zac, altre 2 compresse
di paracetamolo, che raggiungono le altre sul comodino.
Compiango la mia vicina di
letto che, poverina, tenta di riposare prima del proprio intervento ed è
costantemente svegliata dalla luce e dalle trombe dei medici ed
infermieri che piombano in camera a tutte le ore e, chissà perché,
non si degnano MAI di chiudersi la porta alle spalle.
Niente da dire, negli
ospedali belgi si viene curato benissimo, ma non andateci per
dormire !